sabato 28 agosto 2010

GUIDA:come funziona internet

La struttura del sistema è tale che la sede fisica del "sito" con cui ci si collega
è irrilevante: in pratica non c’è alcuna differenza, né funzionale, né di costo, fra collegarsi
con un "sito" (o un utente) a
pochi metri di distanza o all’altro capo del pianeta.
È anche costruito in modo che non si sia un singolo percorso da un punto all’altro del sistema,
ma che fra i nodi ci siano molti diversi percorsi possibili e il sistema possa scegliere, secondo la situazione,
la strada più adatta. 



In un sistema centralizzato, tutti i segnali passano da un unico punti.
In un sistema decentralizzato, un punto "vicino" può essere raggiunto attraverso un
nodo periferico, ma un punto "remoto" può essere raggiunto solo passando dal centro
(evidentemente da "distanza" non è determinata tanto dallo spazio fisico quanto dalla struttura del sistema). In una rete distribuita, l’informazione
può percorrere molte strade diverse e scegliere in ogni momento il percorso più adatto per arrivare a destinazione, indipendentemente dalla distanza.
Questo è il modello su cui è costruita la struttura dell’internet. Le trasmissioni via internet avvengono con un sistema "a pacchetti" per cui ogni
messaggio
viene scomposto in parti che viaggiano separatamente e vengono ricomposte all’arrivo. Una tecnologia chiamata TCP/IP (Transmission Control Protocol -
Internet Protocol) permette
a tutti i sistemi connessi di interagire fra loro, senza una "gerarchia"
rigida: cioè ogni "nodo" connesso può raggiungerne un altro scegliendo percorsi diversi
secondo la situazione. Nel caso che un nesso intermedio non sia accessibile in quel
momento, la comunicazione arriverà per un’altra via all’indirizzo stabilito
(questa flessibilità rende il sistema più simile a una macchina analogica, come
il cervello umano, che a un computer). Esiste una gerarchia internazionalev di organizzazioni il cui compito è definire i domain internet, cioè il sistema
su cui si basano gli indirizzi; ma non gestire le reti (che, come abbiamo detto,
sono completamente autonome e indipendenti).
Gli scambi all’interno del sistema sono sostanzialmente gratuiti, perché basati sulla
reciprocità: ogni "nodo" collegato dà e riceve servizio. Questo sistema ha permesso alla rete
di sopravvivere e crescere anche dopo la fine dei finanziamenti pubblici su cui si era
originalmente basata la cosiddetta backbone ("spina dorsale") americana e dalle reti
universitarie che ne sono state, fino a qualche anno fa, la struttura portante.
Possono essere a pagamento le due estremità del sistema: il collegamento fra l’utente
e il "nodo" di cui si serve (Internet Service Provider); e, al polo opposto, il servizio
offerto da qualcuno sul "sito" con cui ci colleghiamo (anche se in pratica, una volta ottenuto
l’accesso alla rete tramite un provider o un’organizzazione di cui si fa parte, quasi tutti
i siti cui vogliamo accedere sono gratuiti). Ma la struttura della rete, in quanto tale,
è basata su scambi gratuiti di reciproco servizio.
C’è un limite tecnico allo sviluppo della rete, perché la potenzialitàv quantitativa del "protocollo" TCP/IP, anche se enormemente grande rispetto alle esigenze
che si potevano immaginare vent’anni fa, non è infinita.
Si stanno elaborando le soluzioni tecniche necessarie per superare il limite.
Non so quale sarà la soluzione definitiva (il problema non è tanto definire la tecnologia,
quanto farla condividere a milioni di impianti tecnici in tutto il mondo)>br> ma ormai gli interessi in gioco, culturali, organizzativi, strutturali
ed economici sono tali che sicuramente si troverà.
La struttura fisica della rete è ancora basata
in larga misura sui cavi. Questo utilizzo continuerà,
ma (come nella telefonia) ci sarà molto probabilmente una forte crescita
delle comunicazioni "via etere", soprattutto con l’uso dei satelliti.
La connessione dei singoli utenti rimarrà prevalentemente basata sui cavi telefonici,
ma già oggi è possibile trasmettere dati con connessioni wireless, per esempio con la telefonia cellulare.

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